Firenze: Alla caserma Predieri di Rovezzano il comando di Divisione Sud delle forze di terra della Nato. Una nota stampa della Rete Democratica Fiorentina

Qualche settimana fa, attraverso una breve nota stampa è uscita l’informazione che il prossimo quartier generale permanente della Multinational Division South (Mnd-S) della Nato avrà sede alla caserma Predieri di Rovezzano. Sempre nella nota si legge che il Mnd-S della Nato “avrà autorità sulle forze terrestri assegnate dall’Alleanza nell’area di responsabilità”. La settimana scorsa il generale di divisione Massimiliano Quarto ha assunto il comando della Divisione Vittorio Veneto che è l’unità dell’Esercito italiano avviata alla riconfigurazione in «Multinational Division South» della Nato. Da quanto si legge sui mezzi d’informazione mancherebbe ancora il definitivo segnale verde da parte dei vertici politico militari dell’Alleanza Atlantica, ma sembrerebbe essere solo un passaggio formale. Purtroppo, le uniche informazioni giunte finora sono riservate a brevi note stampa e non si è ritenuto opportuno informare in maniera più completa la cittadinanza. Tra l’altro, in base ad un documento visibile sul sito della Difesa, un bando di gara per l’ingegneria della futura Mnd-S risalirebbe addirittura al 2020, quindi è una decisione che nasce alcuni anni fa ma di cui si è deciso di informare la popolazione solo ora.

Questa riqualificazione della caserma Predieri, in un contesto geopolitico estremamente pericoloso e dove la Nato è impegnata in molteplici contesti bellici ci preoccupa molto. Proprio in questi giorni si rincorrono le dichiarazioni di alcuni Paesi della Nato che si sono resi disponibili a schierare le truppe in Ucraina, fatto che automaticamente aumenterebbe il rischio di una guerra su vasta scala e che potrebbe far scattare l’applicazione dell’articolo 5 della Nato: “Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro”. A questo, si aggiungono gli scontri che si stanno verificando in Kosovo e che riportano ad un clima molto preoccupante nei Balcani, dove il clima politico e sociale è sempre più infiammato. Evidentemente, qualora una di queste situazioni degenerasse, il futuro Mnd-S della Nato avrebbe un’importanza tattico-strategica enorme, portandolo ad essere uno dei principali obiettivi militari di un conflitto che veda il coinvolgimento della Nato.

Rimaniamo profondamente stupiti che si sia pensato di inserire un comando Nato in un contesto con una forte presenza civile ed abitativa e che lo si sia fatto senza alcuna partecipazione o consultazione della cittadinanza. Continuiamo a sostenere che ci debba essere una netta separazione, anche geografica, dei civili dai militari, soprattutto se la vicinanza con questi ultimi possa comportare un qualsiasi rischio per la cittadinanza. E non lo riteniamo solo noi, visto che questo è uno dei principi sanciti dal Diritto Internazionale Umanitario.

Rifiutiamo la logica politica che porta a continui investimenti in ampliamenti delle basi militari Nato, soprattutto perché non si vedono lo stesso impegno politico ed economico a politiche di reale costruzione di Pace. Infine, ci può far piacere che la progettazione sia stata pensata con “particolare attenzione alla sostenibilità ecologica della nuova costruzione, con basso impatto ambientale”, ma messa in questo contesto ci pare una mera dichiarazione di green washing di un’operazione che ha finalità esclusivamente belliche.

Crediamo che le istituzioni cittadine, regionali e nazionali debbano dare maggiori informazioni e risposte ai legittimi dubbi dei cittadini. Sono molte le domande che, in questo momento, rimangono senza risposta: Quale sarà l’impatto che il Mnd-S avrà sul territorio e sul quartiere nella vita quotidiana? Ci sarà un’ ulteriore militarizzazione della zona? Ci saranno ripercussioni dirette sulla popolazione che vive vicino alla caserma? Qual è la posizione delle istituzioni cittadine e regionali rispetto alla nuova riconfigurazione della caserma Predieri? Qual è stata la partecipazione e coinvolgimento delle istituzioni locali nella determinazione della scelta e nell’architettura dell’operazione? Perché non si è ritenuto opportuno avviare un percorso che vedesse il coinvolgimento della cittadinanza o almeno un momento di approfondimento ed informazione?

RETE DEMOCRATICA FIORENTINA – ANPI Firenze, Arci Firenze, associazione dei senegalesi Firenze e circondario, Centro sociale evangelico di Firenze, CGIL Firenze, Giuristi Democratici di Firenze, Libertà e Giustizia Firenze, Rete degli studenti medi di Firenze.

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