IN ATTESA DEL DPCM 12/1/2017 IN VIGORE DAL 2024

Nel frattempo chi ha bisogno di fruire di beni e servizi, o attende o affronta il problema rivolgendosi ai designati responsabili lo faccia non a voce ma per iscritto.

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e divulgatore di tematiche sociali)

In merito al mio articolo dal titolo “Il vergognoso fenomeno del Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi” (D.M. 27/8/1999 n.332), del giugno scorso, rilevo dai siti online l’esistenza del DPCM del 2017 sui nuovi LEA riguardanti l’assistenza protesica. Tali Lea avrebbero modificato la classificazione degli ausili prevista dal precedente elenco, ossia quello che non è stato aggiornato dal 1999. Se nel nuovo provvedimento, in divenire, sono stati eliminati alcuni prodotti, e magari inclusi di nuovi, al pubblico al momento non è dato sapere quali siano, e tanto meno i corrispettivi costi; quindi, pare che bisogna attendere sino al prossimo anno ma nel frattempo chi sinora ha avuto (ed ha) bisogno del rinnovo di una fornitura ortesica o protesica, si è visto limitare l’autorizzazione in quanto i preventivi presentati dagli erogatori sanitari accreditati superavano l’importo consentito a carico del SSN/SSR, e ciò proprio a causa del Nomenclatore non aggiornato dal 1999. Va da sé che ogni provvedimento legislativo è subordinato da determinate scelte politiche, e poiché il comparto sanitario-assistenziale è uno dei più onerosi, i fruitori di questi beni e servizi sono ancora in attesa…, come dimostra il mancato aggiornamento da 23 anni del Nomenclatore in questione. E se anche qualche scudo si è levato da parte di una o più associazioni, poco o nulla hanno influito anche perché, come ripeto da sempre, non mi risulta che i soggetti interessati si siano attivati con esposti e/o denunce per mancata assistenza… In circostanze come questa non serve scendere in piazza con cortei od altre iniziative plateali (espressioni di mero pietismo!), ma rispettando le Leggi è utile avvalersi dell’unico strumento: esporre e denunciare la mancata o ritardata assistenza (che si sta subendo) con Raccomandata A/R da indirizzarsi ai destinatari preposti alla osservanza di dette Leggi con richiesta (scritta) di riscontro entro 30 giorni, in assenza della quale gli stessi vanno incontro al reato di omissione. E il persistere di questo inadeguamento rientra nella mancanza di rispetto dei diritti civili del cittadino-invalido e quindi della sua dignità, il quale se crede può segnalare il fatto alla Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) di Strasburgo con una semplice raccomandata (scritta anche in italiano), ed eventualmente per poi proseguire con un vero e proprio ricorso (sic!). Questo esempio, come del resto tanti altri analoghi, rientra nel concetto di cultura che il cittadino medio, a mio avviso, non ha mai acquisito e ciò è indice di una carenza riprovevole proprio perché, rispetto ad un tempo, le fonti di informazione non mancano e di conseguenza si perde del tempo venendo meno al rispetto dei diritti. L’Italia, è il caso di rammentare, è l’unica nazione al mondo che abbonda di Leggi, parte delle quali sono ormai obsolete o comunque inutili e, per quanto in gran parte di impronta civile e democratica, non è sempre facile interpretarle tanto da dover ricorrere a consulenze legali, ma ciò è assurdo per addivenire al rispetto di un diritto che in fatto di salute non dovrebbe essere discutibile: se si è affetti da una patologia e si ha bisogno di una cura, così come di una qualunque forma di assistenza per una migliore condizione di vita privata e di relazione, non c’é alcuna giustificazione per ritardare gli eventuali ed opportuni provvedimenti.

Ma tornando alla questione del Nomenclatore Tariffario dei Lea e degli Ausili, nel frattempo chi ha bisogno di fruire degli stessi è bene che si armi di pazienza e si accinga a scrivere e spedire quella benedetta Raccomandata A/R, diversamente attenda i “comodi” della politica, i cui esponenti di tanto in tanto farebbero bene ad entrare direttamente nel merito: la sofferenza di un malato e i bisogni di un disabile si comprendono meglio (e più responsabilmente) allontanandosi dal proprio scranno… di potere. Ultima considerazione. In merito a questa realtà sto constatando che è molto scarsa l’unione e la condivisione tra tutti gli interessati al problema in questione (in primis gli stessi invalidi), sintomo di quel “qualunquismo” che allontana sempre più il malato e il disabile gli uni dagli altri.

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