LODEVOLE INIZIATIVA LOCALE NEL TORINESE

Ma l’ipocrisia non viene recepita…

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Si continua a celebrare un po’ ovunque la Carta Costituzionale, un elaborato sia pur nobile nei suoi principi, ma che di fatto trova scarsa applicazione, come del resto ho scritto più volte. A Torino tale Carta è stata celebrata il 14 luglio scorso per la toponomastica cittadina e precisamente nel quartiere Borgo San Paolo, nella cui zona un tempo vi era una delle principali fabbriche torinesi, la Lancia. Come si evince dall’Ansa, il 12enne S.S., del Consiglio dei Ragazzi della Circoscrizione 3, ha precisato: «… non è un pezzo di carta ma un testo da vivere, che ci unisce e che, come questa piazza, guarda al passato ma anche al presente alla rigenerazione, e al futuro. La Costituzione rappresenta un sogno, un traguardo da raggiungere». Una iniziativa ad onorare il 75° anniversario della entrata in vigore della Costituzione “avvalorata” dalla creazione di un ampio spazio pedonale con alberate e fontanelle ornamentali all’interno di alcune vie adiacenti, un ulteriore polmone per una città sempre più fagocitata di traffico e smog e da episodi di incuria: rifiuti organici (e non) dispersi per strada, invasione dei marciapedi da parte ciclisti irresponsabili, la stragrande maggioranza degli edifici imbrattati da invadenti graffitari, etc.; ma ciò non basta a richiamare l’attenzione sul fatto che menzionare la Costituzione serve a poco o a nulla se non viene messa in pratica. Si prenda ad esempio la quasi mai applicazione del secondo capoverso dell’art. 3, che recita: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, e da questo punto di vista se ne potrebbero citare altri. A tal riguardo anni fa inoltrai al presidente della Repubblica ua Raccomandata A/R avente per oggetto: “Riflessioni e considerazioni in merito al 70° anniversario della Repubblica Italiana, e richiesta di “giustificazione” per mancato riscontro di corrispondenza epistolare”, con le quali esprimevo alcune mie perplessità come ad esempio la inosservanza, appunto, dell’art. 3 di cui sopra. Inoltre, evidenziavo il fatto che il cittadino quando interpella per iscritto le Istituzioni ministeriali, ad esempio, non ottiene quasi mai riscontro, e comunque raramente solo dopo ripetuti solleciti… A tal riguardo precisavo che questa “non trasparenza” ossia della non comunicabilità tra Istituzioni e Cittadini, non costituisce un buon esempio di democraticità e coerenza, peraltro in “controtendenza” con le nozioni di educazione civica che si vogliono impartire alla popolazione, i cui principi non a caso si ispirano alla conoscenza ed al rispetto della Costituzione. Nelle mie conclusioni ponevo i seguenti quesiti: «Quanto si è liberi nel nostro Paese alla luce dei fatti quotidiani? E soprattutto quali sono i reali limiti dei diritti pur osservando i propri doveri?». In merito a tale mia corrispondenza dell’epoca alcuni giorni dopo, da parte del Segretariato Generale (Servizio Rapporti con la Società Civile e per la Coesione Sociale) ricevetti una missiva di riscontro, della quale cito per intero il lapidario testo: «Gentile Signor Bodini, mi riferisco alla lettera da lei indirizzata al Presidente della Repubblica. Desidero assicurarle che questa Sede ha preso atto di quanto lei ha voluto esporre. Colgo l’occasione per inviarle cordiali saluti. Il Capo Servizio» (seguiva firma… non leggibile, sic!). Premesso che la ratio vuole che si domanda per sapere e si chiede per avere, la mia missiva a Lui indirizzata non aveva valenza di una esposizione, i quesiti posti nella medesima sono stati elusi, e di questo non me ne faccio una ragione poiché chi scrive è stato sempre trasparente con le Istituzioni, nel rispetto delle Leggi… ed anche oltre! Quindi, tale esempio evidenzia assenza di trasparenza tra Istituzione e Cittadino, e mi pare che nei 139 articoli della Costituzione non emerge alcuna giustificazione di una non trasparenza tra le parti. Ora, richiamando  l’iniziativa locale di cui sopra, non credo che al Consiglio dei ragazzi della Circoscrizione 3 sia stato spiegato cosa fare nel caso una P.A. non rispetti un articolo della Costituzione… Se questa non è ipocrisia, che cos’è? Non si può pretendere da un popolo l’osservanza di norme, regole e principi se chi dovrebbe non ne dà buon esempio. Del resto, ben si addice l’acuta osservazione dell’avvocato e saggista statunitense Ralph Nader (1934): «Non può esserci democrazia quotidiana senza quotidiano civismo», e a me pare che il non rispetto della Costituzione rispecchi questo concetto e, finché le Istituzioni non si renderanno più “disponibili” ad un maggior dialogo… costituzionale, nulla potrà cambiare in meglio; tant’è che gli eventi quotidiani della vita (nel nostro Paese) non preludono a nulla di buono.

Nella foto di Torino Today, un momento della manifestazione

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