LA PRESUNZIONE DI CONOSCERE IL VALORE DELLA DIGNITÀ UMANA

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

La vicenda, o meglio, le vicende tanto strazianti quanto assurde che si stanno trascinando da tropppo tempo sull’obbligo (o meno) da parte di alcuni Paesi europei (soprattutto l’Italia) di ospitare migranti provenienti dall’Africa, potrebbero rientrare in una sorta di “intrigo internazionale”. Una strenua lotta fra sfruttatori, despoti, volontari, politici e poveri; questi ultimi considerati alla stregua di relitti umani, ai cui vertici si impongono figure che si ergono a decisori delle loro sorti. Certo, per giudicare occorre avere una approfondita conoscenza del Diritto Internazionale e, nella fattispecie, di tutti quegli elementi che costituiscono il problema delle migrazioni delle popolazioni in fuga dai loro Paesi per ragioni di conflitto e per la scarsissima o totale assenza di risorse per la sopravvivenza. Ma pur non avendo la relativa documementazione se non le quotidiane informazioni di cronaca di tutta questa pluriannosa vicenda che ha dell’inverosimile, ciò non toglie che si possano fare alcune considerazioni. Anzitutto, a mio avviso, alla base di realtà come questa, c’é sempre l’uomo che nel ricoprire ruoli apicali in ambito politico, si erge a competenze e giudice per decidere quali azioni attivare, per lo più basandosi su presunte competenze tecnico-giuridiche accollandosi (?) determinate responsabilità, ma in un continuo tergiversare… Inoltre, il corpus di questi “decisori” che inevitabilmente entrano quasi sempre in contrasto con Organizzazioni di volontariato internazionale (ONG), ma non sono in grado di impostare un dialogo comune sia per le differenti appartenenze geografiche e politico-culturali, sia per le estreme divergenze nell’intendere il concetto dei Diritti umani. Ma va da sé che il comune filo conduttore è la costante politica e con essa gli innumerevoli interessi, soprattutto di carattere economico.

E se vogliamo dirla proprio tutta, i continui dibattiti fra le parti politiche in questione, che i mass media ci fanno vedere e leggere, sono ben sostenuti da accesissimi e inconcludenti dibattiti (spesso ai limiti della decenza) dai notevoli effetti mediatici: il continuo scrosciare di applausi (ogni 1-2 minuti ad ogni dibattito) nel corso dei talk show ne è un esempio. È evidente che i protagonisti di queste forme di esibizionismo in cui ognuno tende a sovrapporsi all’altro volendo imporre le proprie convinzioni, non lascia il democratico spazio alle più attente ed obiettive considerazioni tanto che nemmeno una soluzione salomonica sarebbe nè proposta né recepita. Ed è così che le varie vicissitudini che non trovano una via d’uscita, vedono il sommarsi di esseri umani disperati in gran parte schiavi delle loro condizioni di origine, dei loro aguzzini-sfruttatori (i cosiddetti scafisti), dei politici e dei volontari che li “gestiscono” in modo conflittuale tanto che, nella peggiore delle ipotesi, questa povera gente sarà sepolta nel cimitero del Mediterraneo…, peraltro già assai popolato. Ma a tutti costoro che hanno in mano la sorte di milioni di profughi, vorrei chiedere come considerano il concetto di dignità umana e quale valore ad essa attribuiscono. Naturalmente la risposta tenderà ad essere convincente dal (loro) punto di vista razionale, ma non lo sarebbe altrettanto, a mio avviso, della messa in pratica. E sempre a costoro vorrei dire che occorre coraggio e onestà intellettuale per guardarsi allo specchio e vedere oltre il proprio riflessso prima di decidere sulla sorte altrui; del resto è noto che certe persone quando suona il campanello della loro coscienza, fingono di non essere in casa…

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