IL SUPERAMENTO DELL’HANDICAP

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

 

È risaputo che quando si affrontano problematiche relative all’handicap, uno degli elementi da sottolineare risiede nel fatto che le persone con disabilità non hanno solamente disagi e difficoltà, ma anche delle vere e proprie risorse da potenziare. Non c’é realtà che non meriti questa attenzione e, nel campo dell’istruzione in particolare, non sono pochi i casi di disabili che possono dare il meglio di sé sino ad ottenere risultati eccellenti, talvolta superando anche i cosiddetti normodotati. È il caso, ad esempio, del 23enne Anthony La Marca, di Napoli, affetto da encefalopatia a causa verosimilmente da iperimmunizzazione da vaccino antipolio (diagnosticata “solo” nel 2005 dal dott. Massimo Montinari e in seguito confermata dal prof. Giulio Tarro), che il 22 luglio scorso ha conseguito la laurea magistrale in “Management pubblico”, alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Parthenope di Napoli, con la votazione di 110 e lode. Obiettivo di tale risultato la tesi in “Innovazione didattica e progetti inclusivi nell’Università italiana: il caso di Napoli-Parthenope”; relatore il prof. Francesco Di Donato e correlatore la prof.ssa Sonia Scognamiglio. Di primo acchito si potrebbe pensare ad un caso eccezionale, ma a ben osservare, tale traguardo trova riscontro grazie alla ferrea volontà del neo laureato in considerazione del fatto che, nonostante la patologia lo abbia totalmente penalizzato nella parola e in alcuni movimenti, determinante è la sua capacità di esprimersi gestualmente e con lo sguardo, che non solo la madre Anna ha “imparato” ad interpretare, ma anche tutti gli operatori che lo hanno seguito sia nel primo periodo scolastico che soprattutto in quello successivo accademico. Infatti, varie sono le figure che hanno creduto nelle sue potenzialità come l’espressione di pensieri anche complessi, contare e memorizzare; ma anche trarre conclusioni e fare ragionamenti che includono il saper amare, odiare, tollerare e provare ogni sorta di emozione. Tra questi operatori molto attivi sono stati le facilitarici Antonella De Santis e Stefania D’Avanzo, il dirigente scolastico prof. Domenico Ciccone unitamente alla prof.ssa Carmela Santomartino, l’allora responsabile dell’Area Didattica del Dipartimento di Giurisprudenza, prof.ssa Sonia Rainone; l’afferente all’Ufficio Economato, Anna Meneghini; la tutor psicologa Raffaella Attianese, il rettore prof. Alberto Carotenuto; come pure Antonio Tanzillo e Roberta Riccio con i quali Anthony ha condivisio importanti momenti di formazione e crescita. Ma anche i cattedratici proff. Ugo Grassi e Federico Alvino che hanno sostenuto il concetto del riconoscimento del diritto.

Quest’ultimo, come è riportato nel capitolo autobiografico del giovane La Marca, sottolinea: «L’Università non può venir meno al suo compito di supportare gli studenti che versano in condizioni di difficoltà, per fare in modo che il diritto allo studio, costituzionalmente garantito, non sia solo un vago principio, ma sia realizzato concretamente». Purtroppo, però, vi sono realtà che l’importanza dell’auodeterminazione in ambito scolastico-universitario da parte del disabile studente, non è rilevata che da pochi Atenei per una serie di ragioni; mentre c’é ragione di credere che tutti i disabili potenzialmente posseggono ragioni e desiderio della conoscenza finalizzate alla stimolazione dell’apprendimento. Per queste ed altre ragioni, alla cui base vi è tuttora una certa carenza culturale, sono ancora duri a morire determinati pregiudizi, come quelli che Anthony ha dovuto affrontare e che con molta obiettività espone nel suo capitolo della Tesi dedicato ai cenni autobiografici. Il desiderio di frequentare l’Università, sostenuto anche dall’incoraggiamento della sua famiglia, gli ha fatto superare diverse perplessità espresse da parte di alcuni operatori e docenti come il fatto, ad esempio, di non essere in grado di esprimersi con le parole. Ma la potenzialità dei suoi tratti distintivi caratterizzati dallo sguardo intenso e dal contatto visivo, lo hanno aiutato a superare quei pregiudizi che nel tempo si sono dissolti…

 

Ma c’é anche ragione di credere che la particolare determinazione di Anthony, abbia contribuito a varcare la soglia dell’Ateneo occupando il suo giusto posto sullo scranno universitario dal quale esporre non solo i risultati delle sue indagini tematiche, ma anche quelli della sensibilizzazione per la cultura dell’handicap, facendo allontanare lo spettro del “non desiderato”, che ancora oggi in taluni casi diventa un capro espiatorio dell’aggressività del gruppo sociale, con un ruolo socialmente svalutato, tale da renderlo talvolta vittima dell’emarginazione. È la società che, in una certa misura, determina e definisce l’handicappato a cominciare dalla scuola, ma anche nell’ambiente di lavoro e più estensivamente in tutti gli spazi dove esistono barriere fisiche e psicologiche da superare. Ora, il neo dottor La Marca, ha superato questa prima fase dei pregiudizi in ambito accademico, grazie alla onestà intellettuale e lungimiranza di chi lo ha seguito in questo percorso; un percorso che deve essere preludio ad un futuro occupazionale, magari ad un mirato ed iniziale progetto formativo post-laurea, al quale la sua famiglia sta pensando a come e a chi sottoporlo, proprio perché il fine ultimo è la totale indipendenza che va di pari passo con il rispetto della dignità e, un lavoro per sopravvivere e per occupare un posto nella società, ne sono i principali ed essenziali presupposti. È quindi indispensabile una maggior coscienza civile e responsabile anche da parte degli ammnistratori pubblici affinché facciano la loro parte (il dottor Anthony La Marca ha già fatto la sua), e poiché la qualità della vita passa anche attraverso la qualità del diritto (ove è prevista giustizia equa per tutta la comunità, il diritto stabilisce garanzie per ciascun cittadino), a maggior ragione chi soffre il disagio dell’handicap necessita di una particolare tutela che ne impedisca l’emarginazione, garantita dalla certezza di regole che stabiliscano il principio di parità sociale.

Nella foto in alto: Anthony con la madre Anna; al centro: durante la discussione della Tesi; in basso: il neo laureato con la famiglia. Le foto sono tratte, rispettivamente, da: napoliflash24, corrieredelmezzogiorno.corriere.it, ilgiornalelocale.it.

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