Pensionati in vacanza: la terza età è fatta per viaggiare

Avete presente il film Cocoon del 1985 diretto da Ron Howard dove un gruppo di allegri pensionati beneficia delle proprietà miracolose e rigeneranti dell’acqua di una piscina, momentaneamente diventata luogo di ricovero di alcuni bozzoli alieni?

Per poter trascorrere il periodo successivo al congedo dal proprio lavoro in maniera rilassata e godereccia come i protagonisti del film, non serve sperare in qualche intervento extraterrestre, ma è sufficiente sfruttare al meglio quella fase della vita chiamata terza età che, malanni a parte, sempre più pensionati dedicano ai viaggi, magari in compagnia di coetanei che condividono lo stesso spirito vacanziero.

All’inizio della primavera di quest’anno, anche la stessa INPS si era fatta promotrice di un’iniziativa che seguiva questa crescente tendenza dei pensionati a viaggiare e spostarsi spesso per periodi di vacanza più o meno lunghi e finanziando il desiderio di vacanza anche di quelle persone a riposo che non godono di condizioni economiche particolarmente floride come altri loro coetanei beneficiari di assegni pensionistici più “importanti”.

A tutti coloro rientranti in determinate condizioni Isee specificate nel relativo bando di concorso, l’ente previdenziale pubblico proponeva l’erogazione di un finanziamento che permetteva loro di andare in vacanza in Italia o all’estero nei mesi di luglio, agosto e settembre.

Tuttavia, nel caso non si fosse riusciti a partecipare al bando entro la scadenza prevista, oppure si fosse risultati non idonei, non è detto che non ci si possa permettere una vacanza magari approfittando anche del fatto che figli e nipoti sono anch’essi partiti per le ferie.

Anche senza l’”aiutino” economico dell’INPS esiste una soluzione semplice, immediata e comoda per ottenere quel po’ di liquidità necessaria per potersi permettere un rilassante periodo di vacanza, magari da trascorrere all’estero partendo per paesi e città che non è stato possibile visitare in gioventù perché impegnati con il lavoro.

Stiamo parlando della cessione del quinto della pensione/stipendio, una particolare forma di prestito personale che i pensionati (o i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati) possono chiedere e ottenere per far fronte alle esigenze o spese più disparate, senza l’obbligo di indicare per cosa verranno spesi i soldi ottenuti in prestito.

Come più specificatamente illustrato in questo articolo, la somma finanziata e ricevuta sul proprio conto corrente verrà restituita mensilmente direttamente sulla pensione percepita in una misura che, comprensiva degli interessi, non deve superare il 20% (un quinto, per l’appunto) dell’importo netto di quanto elargito dall’INPS.

L’INPS stessa, trattenendo la somma dovuta dalla pensione, si impegna così a restituire all’istituto di credito la cifra che è stata erogata al pensionato richiedente a cui, ovviamente, vanno aggiunti gli interessi pattuiti e indicati nel contratto di cessione del quinto.

Ammontare del prestito e durata dello stesso, solitamente, sono di piccola entità e dalla durata di qualche mese o al più qualche anno, parametri che variano proprio in base alle somme richieste la cui restituzione comunque, non può comunque andare oltre i 10 anni.

Ecco così che un piccolo prestito ottenuto grazie alla cessione del quinto della pensione è davvero la soluzione ideale per pagarsi un periodo di vacanza che sicuramente farà trascorrere ai pensionati desiderosi di viaggiare dei giorni o delle settimane in assoluto relax godendosi il meritato riposo dopo aver lavorato per tutta una vita.

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