In Calabria Anniversario del Dies Natalis di Roma risalente al 753 a.C.

Il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide con sede a Cassano all’Ionio (Cosenza) e  il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia con sede nell’antica Hipponion, entrambi diretti dalla dottoressa Adele Bonofiglio, afferenti al Polo museale della Calabria, guidato dalla dottoressa Antonella Cucciniello, hanno ricordato il 21 aprile, il Dies Natalis di Roma, importante ricorrenza risalente al 753 a.C..

Il Museo Nazionale Archeologico della Sibartide, nome augurale che indica abbondanza, scelto dai romani per la colonia latina dell’antica Sybaris dedotta nel 194 a.C. in una situazione territoriale di decadenza.

La città, completamente romanizzata, vive un progressivo sviluppo, divenendo nell’84 a.C. municipium romano e vivendo un periodo di pace e prosperità. La floridezza del centro raggiunse il culmine in età Agustea: le numerose riforme in campo legislativo, amministrativo, religioso economico, inaugurano una nuova stagione per l’impero. Nelle fonti letterarie la città continua ad essere chiamata Thurii nonostante sulle monete compaia il nome Copia. Copia-Thurii divenne una tranquilla città dell’impero, ricordata da Cicerone come “luogo appartato, con una campagna ben coltivata e con uno dei pochi porti praticabili della costa Ionica”.

Busto di Agrippa collocato nel museo di Vibo Valentia

Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia ha ricordato la fondazione di Roma celebrandola sui suoi canali social; la ricorrenza è stata messa in relazione ad un’altra fondazione che riguarda da vicino il territorio vibonese, ossia la deduzione della colonia latina di Valentia.

Sono trascorsi ben 2773 anni dalla fondazione dell’Urbe! Secondo la tradizione infatti, la Città fu fondata il 21 aprile del 753 a.C., sul colle Palatino; la data fu definita da Marco Terenzio Varrone, il quale la stabilì tenendo conto della lista dei consoli e degli anni di regno dei sette re di Roma.

La città ebbe origine, secondo il mito, per volontà di Romolo che una volta presi gli auspici tracciò il “sulcus primigenius”, ossia i confini sacri della città, delimitando tutto il Palatino e dandogli il nome di Roma!

Nel corso del tempo l’Urbe assunse sempre maggiore importanza e potenza, espandendo il suo dominio sulla penisola italica e su tutto il Mediterraneo.

Livio riferisce che nel 192 a.C. venne dedotta una colonia nel territorio dei Bretti, con il nome di Valentia.

Le élite cittadine di Vibo Valentia furono legate sin da subito alle principali personalità politiche di #Roma, come dimostrano le domus del quartiere S. Aloe nei pressi del quale sono stati ritrovati anche il bellissimo ritratto marmoreo di Agrippa, genero e generale di Augusto, e la statua di palliato esposti nel Museo.

Statua di palliato dal quartiere S. Aloe

Un “ricordo” davvero suggestivo che testimonia l’antica storia (Sybaris e Hipponion) di questo straordinario lembo di Calabria.

Nella foto di copertina reperti del museo di Sibari

Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone (responsabile)

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