porta della pace

“Bab Al Bahr”, la porta della pace

Era luglio del 2004 quando furono ultimati i lavori della Bab Al Bahr, ossia la Porta della Pace sita sull’estremità del lungomare (lato rotonda ad est di Macchitella). L’installazione, realizzata dall’artista Nunzio Pino, rappresenta un portale che guarda verso il mare in direzione di Gerusalemme, Città Santa simbolo delle religioni monoteistiche, e più genericamente, verso l’Oriente.

L’opera, di colore di base bianco, è stata realizzata in cemento armato, costituita da due muri-pilastro posti frontalmente l’uno rispetto all’altro e collegati da un piano orizzontale posizionato in altezza. Su quest’ultimo la scritta che recita: “la terra è  un solo  paese e l’umanità i suoi cittadini”. Le due pareti laterali sono state interamente ornate con formelle in maiolica, sulla base dei disegni a tema pacifista realizzati dai bambini delle scuole elementari e medie del periodo. Il piano orizzontale invece illustra altre ceramiche dipinte dall’artista stesso, che raffigurano in totale ventotto simboli religiosi. Questi sono visibili nella parte interna dell’opera, su una base inclinata che secondo alcuni simboleggerebbe “l’irrazionalità dell’uomo che dalla materia si eleva verso lo spirito.” Una struttura piuttosto semplice ma altrettanto pregna di significato. A reggersi su di essa vi è una piena rete aggrovigliata e spigolosa.

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Il progetto, iniziato nel 2001, è stato fortemente voluto da Rosario Crocetta, quando ricopriva ancora la figura di Assessore ai Beni Culturali. Lo storico ex sindaco della città (in seguito capo della regione), è sempre stato legato alla storia, alle tradizioni che ci legano agli altri popoli che stanno sull’altra sponda del Mediterraneo. La Porta della Pace (definita talvolta anche come “porta del Mediterraneo”) è un emblema di apertura, un portale di accesso per i popoli migranti che varcano il muro astratto del divario culturale. In una delle due pareti è posta una piastrella firmata dall’autore, che spiega di aver tratto ispirazione dagli scritti della fede Bahà’ì.Inoltre, lo stesso piazzale dove adesso è presente il playground un tempo era luogo di assembramento per il mercatino multietnico domenicale. Ciò dimostra come la collocazione dell’opera non sia avvenuta in un luogo casuale, ma a sua volta simbolico per le usanze e i costumi dell’ambiente gelese.

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Il progetto è stato appoggiato  dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta, dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, e del nulla osta del Genio Civile di Caltanissetta.

L’installazione, in aggiunta alle tre panchine architettoniche poste di fronte ai due lidi sulla strada perpendicolare, ha fatto sì che in toponomastica il luogo prendesse il nome di “Piazza delle Tre Porte – Pace, Uguaglianza, Fraternità”.  Nella loro semplicità, oltre al messaggio umanitario, queste strutture hanno contribuito a modernizzare l’area, luogo di ritrovo della movida e talvolta di eventi pubblici a stampo cittadino.
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