Vacanze per dimenticare? Mera illusione

Oltre un terzo degli italiani, nonostante il biennio di crisi, è andato in vacanza illudendosi di aver allontanato i problemi causati dalla pandemia. Ma la realtà, vera, è ancora tutta da affrontare

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Le cronache di fine stagione (estiva) ci dicono che quest’anno 23 milioni di italiani sono andati in vacanza. Un diritto-desiderio sacrosanto ma che a mio avviso è un po’ in contrasto con la tanto lamentata crisi e, tra questi,  sicuramente una buona parte non sono abbienti; oltre a considerare i disoccupati, i precari, i mantenuti, i perditempo… etc. Evidentemente non lo si vuole ammettere ma l’Italia continua ad essere uno strano Paese con mille risorse (spesso mal sfruttate), ma anche con altrettante carenze d’ogni sorta e grado. E poi politici e vari esperti del settore lamentano che oltre 1 milione e 600 mila giovani in questi ultimi anni sono emigrati all’estero, parte dei quali, tanto per ricordarlo, con tanto di laurea e di potenzialità che invocano meritocrazia, che l’Italia da sempre non sa cosa sia (la rima è occasionale ma nello stesso tempo è ad hoc!). Inoltre, in vista del fine mandato presidenziale i più opportunisti ed ipocriti dispensano giudizi positivi sul lodevole settennato; mentre a ben ricordare abbiamo potuto prendere atto della lettura di comunicati, inviti di scolaresche al Quirinale, riconoscimento di meriti e l’onorare ricorrenze e non, e ciò ha nulla a che vedere con la compostezza, pacatezza (fin troppa) e signorilità nel portamento del Presidente, come si conviene, giustamente, ad un primo Cittadino. Ecco che la carenza di una guida ferma, sicura e decisa ha lasciato il segno (come nei precedenti settennati), un vuoto che i vari partiti (al potere e non) hanno cercato di “colmare”, ma purtroppo in modo ulteriormente inefficiente. Si dice che una famiglia cresce bene se alla sua guida ha un buon padre, soprattutto se saggio dal cui esempio trarre quanto di meglio sia necessario; ma da decenni ormai, italiani e stranieri residenti (profughi compresi) non hanno mai preteso di essere guidati con esempi pratici, oltre al fatto che gran parte di essi probabilmente non conoscono nemmeno la Costituzione della Repubblica; una Carta il cui pregio si è fermato a Eboli, dove purtroppo non c’era Gesù Cristo che avrebbe potuto accoglierli, erudirli e confortarli… Sicuramente queste mie dissertazioni, che in realtà sono invece constatazioni, non piaceranno ai più, ma è altrettanto certo che sino a quando si vorrà negare l’evidenza dei fatti il popolo italiano resterà relegato a Eboli e, a lungo andare, anche il buon Dio ben poco potrà fare! Ora, che l’estate giunge al termine, e che siamo ancora alle prese con l’evento pandemia, al centro del quale continuano a scontrarsi le Istituzioni, i cosiddetti no max ed altri oppositori (medici e non), è impensabile sperare in un futuro di ripresa etico-morale anzitutto, e poi anche politico-economica. Pessimismo? Non proprio, giacché anche le relazioni sociali e quindi umane, si vanno sempre più deteriorando; già, perché la pandemia ha creato una serie di dicotomie sia tra ceti sociali abbienti che tra persone comuni… Un tempo, in periodi di carestie e sofferenza tra i popoli più emancipati solitamente c’era più solidarietà; oggi, invece, la comprensione e la solidarietà sono manifestate solo in particolari circostanze che, detto per inciso,  non sono proprie di questo o quel politico che, al potere, tanto decanta (con un buon vitalizio) e poca pensa ed agisce in favore altrui…; ma solo di poche persone, semplici e spesso senza mezzi. Quindi anche quest’anno, un’estate da tempo invocata da molti dopo tante restrizioni, volge al termine, ed è alle porte un autunno non fresco ma caldo di problemi irrisolti se non addirittura ulteriori. In questo biennio pandemico è pur vero che abbiamo assistito a lodevoli esempi di bontà, sia da parte di operatori delle Istituzioni (soprattutto sanitari  coadiuvati da volontari) che da parte di comuni concittadini; ma è altrettanto vero che abbiamo ravvisato episodi di superficialità (che per garbo non definisco egoismo) ed inefficienza, in quanto in molti casi non non si è ottenuto in modo concreto e competente l’assistenza di cui si aveva bisogno. Ecco che la burocrazia si delinea come prima responsabile, che tutti incolpano ma nessuno sa (o non vuole) come affrontarla. A tal riguardo, scorrendo i 139 articoli della Costituzione non mi pare vi si menzioni il concetto di burocrazia…, evidentemente i Padri della Costituente non ne conoscevano l’esistenza, ovviamente dal punto di vista pratico. Vorrei concludere suggerendo che sarebbe (forse) utile spiegare alle nuove generazioni, studenti e non, che cos’é la burocrazia, perché esiste e perché nessuno la rimuove. Un ruolo di mera “docenza” non da affidare alla P.A., ma a cittadini comuni (che sono sicuramente pochi) a cui stanno a cuore la giustizia e il benessere della collettività. Ma forse, non conviene a nessuno, né ai detentori del potere e, paradossalmente, nemmeno al comune cittadino che suo malgrado continua a subirla… indipendentemente da chi ci governa, con eventuali ricorsi agli studi legali e ad ogni altra forma di associazionismo che si sommerebbero di giorno in giorno. E se così stanno le cose forse sono io stesso un illuso. Ma come torno a dire, un Governo “malsano” ed inefficiente non lo si destabilizza con la forza dell’ignoranza e della violenza (che sono da deplorare), ma con la cultura del sapere in fatto di doveri e diritti il cui patrimonio, purtroppo, è sempre più di pochi!

L’immagine è tratta da Adhoc News Quotid

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