30 Mag 2023

JJ4: la convivenza tra essere umano e orso non si può discutere solo nei tribunali

Scritto da: Redazione

"L’orso è stato gestito più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico", sottolinea il WWF unendosi al coro dei numerosi esperti che hanno portato all'attenzione le carenze e gli errori commessi in occasione del caso JJ4. Sono tutti concordi nel dire che è ormai urgente e irrinunciabile rivedere le modalità di convivenza fra esseri umani e plantigradi, affidandosi più alla scienza e meno alla politica.

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Trento, Trentino Alto Adige - In seguito alla sentenza odierne del TAR di Trento, che ha sospeso l’ordinanza di abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5 fino alla sentenza definitiva del prossimo 14 dicembre, il WWF Italia da un lato esprime la preoccupazione di garantire un benessere psico-fisico all’orsa JJ4, rinchiusa da settimane nel centro faunistico del Casteller in condizioni di reclusione insostenibili, dall’altro ribadisce l’importanza di concentrare attenzioni ed energie nel trovare soluzioni reali e condivise per la coesistenza uomo-orso in Trentino, per evitare che queste situazioni possano ripetersi in futuro.

La strada è lunga e tortuosa, come ha sottolineato anche l’etologo, biologo e naturalista Francesco De Giorgio quando lo abbiamo intervistato proprio in merito alla vicenda JJ4: «Non manca solo una corretta comunicazione alla popolazione – ci ha detto –, ma anche un monitoraggio delle persone che passano, per esempio, nel parco. Ci vorrebbe un investimento per fare una comunicazione adeguata anche nelle città, a Trento stessa, formando ragazze e ragazzi che potrebbero distribuire brochure informative con un decalogo di comportamenti da adottare all’interno del parco.

Orso bruno europeo

La drammatica vicenda dell’uccisione di Andrea Papi da parte dell’orsa JJ4 nell’aprile scorso ha evidenziato chiare responsabilità. Garantire la sicurezza delle persone e diffondere una reale conoscenza dell’orso nelle aree di presenza di questa specie deve restare la priorità di tutti gli attori in gioco. “È doveroso – sottolinea il WWF Italia – lavorare per ridurre al minimo le probabilità che episodi tragici di questo tipo non si ripetano in futuro“.

È una partita che si gioca anche sul terreno della narrazione, come ha fatto notare il nostro Andrea Degl’Innocenti: «È un tipo di narrazione che fa presa, che tiene col fiato sospeso, ma che non è reale e alimenta un dibattito a mio modo di vedere surreale che vede le persone schierarsi e fare il tifo alcune a favore dell’orsa e contro il runner che “se l’è cercata”, altre a favore del runner e contro l’orsa killer o contro i politici irresponsabili. Dibattito che a sua volta alimenta una sorta di desiderio di gogna: qualcuno deve pagare. Dobbiamo trovare per forza il colpevole».

jj4

“Come abbiamo ribadito nelle settimane scorse – aggiunge il WWF Italia nella sua nota stampa –, anche con il nostro documento di proposte operative al MASE, la questione della gestione dell’orso in Trentino è estremamente complessa. È doveroso riaffidarci alla scienza, approccio purtroppo dimenticato negli ultimi anni, durante i quali l’orso è stato “gestito” più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico. La priorità è prevenire simili situazioni”.

La gestione dell’orso richiede infatti un impegno nazionale e la costruzione della coesistenza tra l’uomo e il plantigrado non può discutersi solo nei tribunali, come accade da troppi anni. Le responsabilità da parte della Provincia di Trento sono evidenziabili anche approfondendo la lettura del PACOBACE, il Piano di Conservazione Interregionale dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali. Il Piano prevedeva infatti eventi di comunicazione ed educazione rivolti a residenti e turisti che in buona parte risultano inattuati.

È doveroso riaffidarci alla scienza, approccio purtroppo dimenticato negli ultimi anni, durante i quali l’orso è stato “gestito” più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico.

In questi anni nonostante il prevedibile aumento del numero di orsi, non si è lavorato per favorire l’espansione della popolazione in altre aree dell’arco alpino centro-orientale, come previsto inizialmente dal Progetto Life Ursus. E non si è lavorato in maniera efficace sulla prevenzione dell’insorgenza di comportamenti di abituazione e/o problematici negli orsi.

Un efficace lavoro volto a migliorare la connettività ambientale a livello di areale alpino, l’incremento delle attività di prevenzione e comunicazione e il miglioramento delle opzioni gestionali dei singoli individui, basate su un principio di maggiore proporzionalità, rappresentano le uniche strade nel medio-lungo periodo per migliorare la coesistenza uomo-orso per non dover più parlare di conservazione dell’orso, sicurezza delle persone e benessere animale nelle aule dei tribunali.

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