UN VIAGGIO NELL’IMMAGINARIO

Buone intenzioni e buoni propositi fanno parte di quella filantropia che nella politica è inesistente e, per questo, non ci sarà mai nulla di meglio all’orizzonte.

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Navigare con la fantasia forse potrebbe essere un espediente per cercare di capire, ancora una volta, perché si deve considerare la voce del politico di turno, del quale peraltro solitamente si conosce ben poco del suo reale curriculum e reali intenzioni… Immaginiamo che tra chi vuole ergersi a leader con il proposito di contribuire a migliorare le sorti del Paese, sia un emerito sconosciuto senza etichette di sorta e senza un trascorso specifico di carattere politico, ma dotato di lungimiranza, ideali squisitamente filantropici e con solide basi culturali sostenute dal più genuino pragmatismo. Probabilmente, anzi sicuramente, questo breve viaggio della immaginazione verrebbe stroncato sul nascere perché in politica gli idealisti puri, ancorché d’indole filantropica, non sono mai stati pensati e tanto meno considerati. Ma perché la massa vociante, per la gran parte, contesta ogni volta questo o quel politico che non risponde alle aspettative, a cominciare dal garantire determinati diritti e a far rispettare le leggi con a monte la Costituzione? Personalmente, da quando ho l’uso della ragione, con un vissuto di lesa dignità, non ho mai creduto che esercitare la politica fosse una garanzia tout court per la collettività (e questa non è blasfemia), ma ho sempre immaginato, anche se per certi versi utopisticamente, che l’essere umano con predisposizione all’evergetismo, fosse la massima garanzia per il bene comune. Tralasciando le ragioni storiche di chi ha “inventato” la politica, utile o meno, vorrei continuare questo viaggio immaginando sul trono della Presidenza uno dei massimi esempi della bontà e della giustizia umana, attorniato da pochissimi collaboratori di altrettante doti e respingendo ogni eventuale inopportuna “intromissione” non filantropica. La storia del nostro Paese, assai ricca in ogni senso, credo abbia avuto pochissimi illuminati protagonisti dotati di saggezza e lungimiranza, ma purtroppo fanno parte di un lontano passato e di certo non hanno avuto degni eredi, di conseguenza la pletora dei politici (meglio sarebbe definirli “politicanti”) si è andata sempre più incrementando, e con essa il seguito di “illusi” elettori votanti e non, tant’é che soprattutto in questi ultimi decenni, non solo la situazione nazionale non è migliorata ma assistiamo ogni giorno ad una drastica serie di reati, nefandezze e ingiustizie d’ogni sorta che nessuno è in grado di sanare o ridimensionare, e che i padri della Costituente non avrebbero mai immaginato. Si prenda, ad esempio (uno per tutti) il problema della immigrazione, la cui origine fa riferimento alla Legge 28 febbraio 1990, n. 39 (detta anche Legge Martelli (dal suo promotore Claudio Martelli, di fede socialista e quindi non filantropo, e vice presidente del Consiglio dei Ministri dal 1989 al 1992), ovvero la norma della Repubblica Italiana che disciplinava alcuni aspetti dell’immigrazione in Italia; ebbene, quel signore e chi lo ha sostenuto non credo immaginassero le conseguenze e le difficoltà che tale “via libera” avrebbe comportato, per non parlare ovviamente delle discutibili loro competenze di carattere umanitario…, lasciando ai posteri la pesantissima e permanente gestione di tale fenomeno migratorio. Va da sé che le leggi sono proposte dai politici con l’intento di essere condivise ed approvate dalla maggioranza, ma da qui ad essere totalmente consapevoli e competenti di quanto si vuole proporre e promuovere, ce ne passa… Dicasi altrettanto per altri provvedimenti sollecitati da destra e da sinistra, ma tutti in egual misura, a mio avviso, privi della necessaria competenza e soprattutto saggezza. Il fatto che la nostra Nazione sia in continuo declino sotto diversi aspetti, è una realtà incontrovertibile tanto che per le future generazioni non ci sono garanzie per una vita serena, a cominciare dall’incremento della criminalità (peraltro aggravata anche da autori minorenni) che non si riesce a contenere. Ma tornando alla mia ideale ipotesi di veder condurre il Paese da un “leader” d’indole filantropica, non sarà certamente condivisa da chiunque non solo in quanto ritenuta utopia, ma soprattutto perché non esiste filantropo votato a condurre con saggezza una nazione, e se anche esistesse verrebbe divorato da una miriade di “pirana” in men che non si dica, in quanto figura fuori luogo. Queste mie considerazioni non hanno intento provocatorio, ma fanno parte (come ho detto all’inizio dell’articolo) di un viaggio immaginario con buone intenzioni propositive, e per questo “abbandonato” in quel viale che si chiama inutile idealismo: meglio soli che male accompagnati!

LA LUNGA LISTA DEI PROBLEMI E DELLE INEFFICIENZE

È forse altrettanta utopia pensare (e pretendere) che un Paese come l’Italia non debba avere problemi da risolvere, ma da qui al costante incremento degli stessi e alle molteplici inefficienze nell’affrontarli e risolverli ce ne vuole. Pertanto, a titolo di memoria con indice di riflessione per tutti, credo che valga la pena stilare questo lungo e pietoso elenco (anche se incompleto) che non fa onore a nessuno, e che getta fango su quella benedetta Carta costituzionale che tanto si decanta e che in gran parte nessuno rispetta… nemmeno le Istituzioni.

Le costanti criticità sociali e socio-politiche comprendono: povertà (circa 5-6 milioni di residenti), disoccupazione e precariato (problemi altalenanti ma comunque costanti), abuso delle professioni (millantato), complessità delle carceri (sovraffollamento e carenza di personale), anziani e disabili (carenza assistenziale per mancanza di efficienti operatori professionali), evasioni fiscali (attualmente il plafond ha superato 100 milioni di euro), corruzioni (caratteristica mai superata), inadeguatezze nell’ambito dell’istruzione (carenza di operatori addetti, specie per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno), infedeltà nelle P.A. (di operatori con o senza divisa), sanità pubblica alla deriva (all’interno della quale si sommano ogni giorno carenze e inadempienze), criminalità incontrollabile (fenomeno sempre più dilagante), incontenibile immigrazione (fenomeno che dura da un trentennio e che continua causando enormi problemi alla collettività), calo delle nascite (problema dal duplice aspetto negativo: mancato ricambio generazionale e insicurezza per le nuove generazioni), conflitto tra politica e Magistratura (ulteriore spina nel fianco per responsabili che non arrivano ad una soluzione), insicurezza sui posti di lavoro (scarsità di controlli con aumento quotidiano di infortuni e decessi), insufficiente gestione delle calamità (la presunzione di essere in grado di gestire questi fenomeni spesso originati da ripetute inefficienze), scarsa trasparenza tra P.A. e cittadino (il rapporto tra le parti è oggi sempre più divergente), volontariato (espediente spesso di comodo per la P.A. e per la coscienza di molti), etc. Seppur incompleto questo elenco, a mio avviso, è più che sufficiente da essere sotto gli occhi di tutti (se si vuol vedere), e che tutti non dovrebbero limitarsi a commentare ma a indignarsi ogni qualvolta sia possibile esternare…, sia pur nella consapevolezza che nessuna fazione politica è in grado di risanare in modo definitivo neppure in minima parte i problemi descritti. È dunque un quadro desolante della società le cui cause in gran parte sono prevalentemente addebitabili all’uomo, soprattutto se ha la presunzione di saper essere e saper fare, come il politico arrivista che per antonomasia è uno che non sa niente e crede di sapere tutto! Un’ultima considerazione: viaggiare con l’immaginazione a volte è come voler dire che si potrebbe fare di meglio per condurre un Paese, che tanto si vanta da aver meno problemi di altri come ha dato da intendere la Premier in questi giorni a colloquio con il presidente USA (sic!).

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