UN ESEMPIO SEMPRE PIÙ RARO DI BUONA COMUNICAZIONE E INSEGNAMENTO

Il prof. Alessandro Barbero, storico-medioevalista  e scrittore di fama, si è congedato per pensionamento dalla Cattedra del Piemonte Orientale.

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

È un periodo quello attuale, mi sembra, in cui artisti, imprenditori ed alte figure professionali in cui si ritirano dalle scene o comunque smettono di esercitare, più o meno ufficialmente. In questi giorni, ad esempio, la cronaca ha dato notizia che il torinese prof. Alessandro Barbero (64 anni, nella foto), storico, esperto medievalista e docente universitario, è sceso dalla Cattedra dell’Ateneo Accademia del Piemonte Orientale (sede di Vercelli) per andare in pensione tra il tripudio dei suoi allievi. Ottimo insegnante e comunicatore, oltre che prolifico scrittore, in questi ultimi anni è diventato una star della divulgazione via web con le sue lezioni e conferenze diffuse in modo virale, travolto da interazioni, richieste e proposte un po’ ovunque. Un addio ufficiale all’Accademia e alla Cattedra conquistata nel 1998 come professore associato, e nel 2002 come ordinario di Storia Medioevale. Un addio di “spicco”, sia per l’impronta che ha lasci” sono sempre più rari. Personalmente non ho mai avuto occasione di incontrarlo, ma più volte ho potuto seguire diverse sue conferenze ed interviste per televisione, in particolare sui canali Rai Storia, Focus e You Tube, attraverso le quali per certi aspetti mi ha rinfrescato la memoria, per altri mi ha illuminato con notizie per “ex novo”. Diverse le sue caratteristiche comunicative, come ad esempio il metodico gesticolare quasi ad accompagnare e rafforzare il significato e la veridicità dei suoi argomenti; il tutto accompagnato da una mimica che variava dallo pseudo serioso ad un  sorriso simpatico e compiacente. Inoltre mi permetto di osservare che è stato (almeno in parte) una sorta di continuità della maestria espositiva (quanto meno per le sue materie) del noto giornalista e divulgatore Piero Angela, recentemente scomparso. Ecco, due personaggi che dovrebbero essere fedelmente “riprodotti”, di cui il nostro Paese ha tanto bisogno, ma di questo passo credo che ci sia ben poco da sperare, pur considerando eventuali pochissime eccezioni. Ma tra tutte le materie e i molteplici argomenti di cultura generale, a nessuno sinora è venuto in mente di tenere lezioni sulla Burocrazia in Italia, un tema che ci coinvolge tutti da sempre, e anche se sono stati scritti, libri, saggi ed articoli più o meno esplicativi, non vi è traccia di “docenza” o pseudo tale (almeno a livello facoltativo) in nessun Ateneo, tanto meno nelle Scuole secondarie di secondo grado come i Licei. Sono sempre stato dell’idea (e anche convinto) che impartire nozioni su questo versante, anche per il fatto che non esiste più Educazione Civica, comporti una certa utilità sociale, sia dal punto di vista della conoscenza delle origini di questo fenomeno prettamente italiano, e sia per suggerire nel modo più concreto possibile come affrontare tutti quegli iter della P.A. che vanno sotto l’egida, appunto, della burocrazia. A questo riguardo il savoir fair comunicativo del prof. Barbero potrebbe rivelarsi di una certa utilità, ma purtroppo, credo che non rientri tra le sue tematiche, e soprattutto i responsabili dei Dicasteri preposti non si avvalgono mai l’ipotesi di una materia da insegnare agli studenti. Il motivo? Chi mi legge e mi conosce da tempo sa bene che tentare di “rimuovere” la burocrazia in Italia equivarrebbe a “destabilizzare” un sistema che non sarebbe di alcun beneficio per chi è deputato a governare un nazione (la nostra); e questo, la dice lunga sul perpetuarsi di un popolo sempre più scontento, disorientato e destinato alla peggior deriva sociale… Non me ne voglia il prof. Barbero se nel dar notizia anch’io del suo congedo professionale, l’ho coinvolto indirettamente citando il problema della burocrazia italiana in generale, ma oltre a ricordare la sua valenza e il contributo reso a molti, ho inteso essere propositivo in quanto personalmente mi batto da tempo nel diffondere questa tematica… Purtroppo, non solo non sono un accademico, ma sono soltanto un giornalista freelance, oltre a non essere mai riuscito ad avere proseliti… Per contro, affronto la burocrazia quasi sempre in “solitaria”, ma con l’aggravante di non riuscire a superare in alcun modo quella a livello apicale, dove risiedono i “patron” dei Dicasteri, che nemmeno si degnano di rispondere alle raccomandate (con richiesta di riscontro) al cittadino. Da qui in poi, in merito a ciò potrei tenere una serie di lezioni e/o conferenze, ma come già detto, non sono un cattedratico e anche se lo fossi verrei esautorato ancora prima di propormi. Se questo non è l’incipit della burocrazia, che cos’è? Al prof. Barbero ( al quale rinnovo complimenti ed auguri) e a chi mi legge per l’ennesima volta, le  considerazioni finali.

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