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La Supercoppa in Arabia: la triste fiera del calcio italiano

“Accorrete gente, costa solo mille euro”. Sembra più una partita di bowling. Il Var va a intermittenza. È soprattutto un’ora e mezza di noia

La Supercoppa in Arabia: la triste fiera del calcio italiano

La fiera del calcio italiano

Ora sedetevi e prima di leggere immaginatevi ad una fiera, con tante bancarelle, qualche strillone, due-tre saltimbanchi e quattro carrettini di cibarie. “Stasera si esibisce il calcio, accorrete gente, mille euro a chi guarda la partita e accetta senza polemiche il verdetto. Correte, affrettatevi”.

La fiera è in Arabia Saudita. Tutto pronto. Le squadre sono negli spogliatoi, qualcuno è dovuto rientrare perché aveva ancora sul viso la macchia di sangue in difesa delle donne. Ma come? E giochiamo in uno Stato dove le donne sono discriminate? Addirittura le hanno messe in un settore a parte. Roba da matti. “Si esibisce il calcio italiano, del fenomeno Ronaldo”. Non è una partita. Qualcuno sugli spalti mormora. “È questo il calcio italiano? Non erano meglio Albano e Romina? Che ne so, un Toto Cotugno prima maniera? E no è questo, emiri miei vi abbiamo portato la corazzata nostrana, compreso l’arbitro. Che volete? Matuidi entra nello stinco di Calabria in perfetto stile Pjanic, dopo poco lo emula Kessié. Sto Pjanic fa proprio tendenza, e tale Banti di Livorno prima lo ammonisce, poi riaccende il Var e lo espelle.

Il Var a intermittenza

Sugli spalti i mediorientali si interrogano “Ah ma vedi? Si accende quando capita, non ogni volta che all’arbitro sfugge qualcosa. Ora è capitato”. La partita va avanti, sembrano due player alla consolle alle prime armi col gioco nuovo. Appoggi sbagliati, calcioni lanciati, avversari colpiti. Più che il calcio abbiamo esportato il bowling. Nel frattempo è entrato Gonzalo Higuain e da un suo spunto, in maniera convulsa, i rossoneri arrivano in area. Emre Can stende Conti, falciandolo da dietro. “Vedi, adesso si riaccende il Var” Ma Banti incredibilmente fa proseguire. “Te l’ho detto che si accende quando capita, ora non è capitato”.

Finiscono partita e noia

La partita finisce, ed anche la noia. In televisione parlano di grande Juventus, di Ronaldo che alza il primo trofeo italiano, e degli altri che devono per forza stare al di là del red carpet per far andare avanti la fiera, questa fiera che somiglia assai ad una parata militare di altri tempi, dove ai lati bisognava mostrarsi entusiasti ma dentro scoppiava, l’inesorabile consapevolezza, che si stava recitando una triste parte. Evento finito, carte sparse, bancarelle disfatte, e il ricordo di un presidente che ebbe il coraggio anni fa, in terra di muraglie, di ribellarsi al ruolo di pupazzo retribuito. “Scusateci credevamo si esibisse il calcio, ma era quello italiano. Poco più di una fiction da seconda fascia”.

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