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L’Eca promette 900 milioni a club per la Superlega, i piccoli si sentono come i tacchini a Natale

I dubbi di Mediapro sul mercato dei diritti tv e quelli della Spagna per le agenzie di scommesse. Il ruolo di Stillitano e la preoccupazione dei club medi-piccoli

L’Eca promette 900 milioni a club per la Superlega, i piccoli si sentono come i tacchini a Natale

Il modello di business

La 22esima generale dell’Eca è la notizia della settimana – se non del mese e oltre – nel mondo del calcio. La notizia della Bundesliga che chiude con forza le porte al progetto Superlega di Agnelli, è su tutti i giornali del mondo. Persino sul Bangkok Post.

Il quotidiano portoghese Record offre ai propri lettori un interessante approfondimento. E parte dallo specchietto per le allodole, o comunque da quel che l’Eca promette per la Superlega che dal 2024 dovrebbe – nei loro piani – sostituire la Champions.

Novecento milioni di euro a ciascun club partecipante. Somma cui dovranno essere aggiunti i premi e i diritti tv. Sarebbe il frutto di accordi con grossi marchi come l’americano Relevent Sport di Charlie Stillitano spesso citato da Aurelio De Laurentiis, e anche con Stephen Ross proprietario dei Miami Dolphins (squadra di football americano).

Record scrive del progetto, di spostare i campionati nazionale a metà settimana.

I piccoli e medi club

L’idea dell’Eca è di convincere i 232 membri, anche i club medio-piccoli (Record cita lo Sporting Lisbona, Braga, il Maritimo oltre a Benfica e Porto)

Scrive Record: «Se anche nei primi anni, in termini di budget, Benfica e Porto possono qualificarsi nei primi anni, presto non sarà più possibile, perché contro di loro giocheranno sempre i criteri di una selezione basata su classifiche storiche e non sulle prestazioni annuali nei campionati nazionali. La Superliga sarà di fatto una competizione quasi chiusa. Oppure, aperta solo all’élite: c’è la promessa di una seconda divisione e ci saranno retrocessioni e promozioni, ma serviranno solo per favorire temporanei ingressi di qualche club».

Per il presidente della Liga Javier Tebas – scrive sempre Record – la Superlega sarebbe addirittura dannosa per le società di scommesse.

La European Professional Footbal Leagues (EPFL, ossia l’associazione dei campionati) minaccia di rompere con Ceferin, lo ha accusato di non aver rispettato il memorandum d’intesa firmato con la Uefa. E alcuni dicono che i milioni e milioni annunciati sono gonfiati per fungere da esca, e che è impossibile mantenere le promesse. La pensa così il presidente di Mediapro Jaime Roures specialista nel mercato dei diritti televisivi: «Mi sembra un’allucinazione  parlare di queste cifre. Sarebbe immaginabile solo se i campionati nazionali venissero totalmente eliminati. E comunque non lo vedo possibile».

I piccoli e medi club hanno cominciato a porsi domande: perché dovrebbero dare il loro assenso a un banchetto in cui di fatto loro sono le vittime? Dalla Germania sono arrivate le prime proteste ufficiali, cui si sono aggiunte quelle dell’associazione campionati europei. Ceferin sta cedendo per paura di una scissione, ma i dubbi stanno cominciando a serpeggiare.

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