DALL’ITALIA ALL’ESTERO DUE ESEMPI CHE FANNO RIFLETTERE

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Quello del trasporto pubblico (treno, bus, metrò, tram) nelle città moderne e in espansione è un aspetto della vita pratica e di comunicazione sempre più in aumento… con tutte le sue variabili. Fra queste, quando tra i passeggeri vi sono quelli che per difficoltà motorie devono essere trasportati, ad esempio, con la loro carrozzina elettrica o a spinta manuale; e nel nostro Paese non c’è grande metropoli che non debba fare i conti con questa realtà. A Torino, ad esempio, secondo le cronache locali negli ultimi tempi si sono verificati alcuni episodi che hanno riguardato disabili in carrozzina presentando difficoltà di collocazione sul mezzo di trasporto che, non essendo tutti in linea con gli accorgimenti standard per la loro sicurezza sul mezzo durante il tragitto, la conseguenza ha comportato interruzione temporanea del servizio con intervento sul posto dei responsabili dell’Azienda dei trasporti e delle Forze dell’Ordine. Via via il “contendere” si è chiarito e parzialmente risolto con la comprensione dei cosiddetti Disability Manager, ma non sono mancati i disappunti da parte dei passeggeri: taluni impazienti, altri meno sensibili al problema del disagio di chi è meno fortunato. Questo è un quadro “tipico” dell’era moderna in cui normodotati e disabili convivono ai margini di una cultura che la società, nel suo insieme, ancora osserva dall’alto il cosiddetto “diverso”, una impasse socio-antropologica purtroppo ancora insuperabile. Sempre restando in tema di trasporti vi sono anche aspetti positivi che gettano un po’ di luce sui rapporti tra addetti ai lavori e cittadini fruitori del servizio. Navigando sul sito web del quotidiano online Fanpage.it, alla ricerca di ulteriori informazioni in merito, ho scoperto che il 6 febbraio scorso  il sito  ha pubblicato una “commovente” storia avvenuta in un comune dello Stato del Wisconsin USA), che brevemente riporto. Natalie Barnes, un autista americana di bus a Milwaukee, con il suo esempio ha dato alla nostra società una lezione morale esemplare dopo che, a sua insaputa, le telecamere del mezzo hanno registrato il momento in cui un clochard è salito a bordo del bus durante una notte gelida (-4°). Secondo il racconto riportato dal quotidiano, l’autista aveva iniziato da poco il suo turno e non immaginava che il suo agire avrebbe cambiato (in qualche modo) la vita di un uomo. Era un passeggero infreddolito, di nome Richard, salito a bordo durante una sosta; il suo volto era stanco e pallido e Natalie lo aveva già visto altre volte sul bus.

Preoccupata, gli ha semplicemente domandato: «Va tutto bene?», e lui ha risposto: «Sono ufficialmente un senzatetto adesso». «Perché, cosa è successo?». «La mia casa – ha spiegato l’uomo – è stata dichiarata inagibile, perciò sono per strada da una settimana!». «Lascia che ti compri la cena», si è offerta l’autista. «No, no, no, no», ha risposto lui con umiltà. «Va bene – ha incalzato lei –, io sono di turno fino alle 2,44 del mattino. Vuoi restare con me?». Sino a quel momento nessuno si era interessato a quell’uomo dimesso e con grande dignità, ma quella notte Richard non ha avuto freddo perché la gentilezza di Natalie gli ha scaldato il cuore che, ha aggiunto: «Non so cosa devo dire, a parte, grazie». «Di niente», ha risposto lei. Di rimando il clohard ha aggiunto: «Ti ridarò tutto!». «No, non devi – ha detto lei –; non devi preoccuparti di questo, voglio aiutarti!». Alla sosta successiva Natalie ha contattato un rifugio di emergenza, e si è offerta di fargli la spesa. «Ho in programma – gli ha ancora detto – di andare al centro commerciale domani. Hai bisogno di qualcosa?». La sua generosità, è il commento che si legge nel frame di questo breve episodio, non gli ha restituito solo un tetto, ma anche un po’ di fiducia nell’umanità. «Tienimi aggiornata – gli ancora detto l’autista prima di congedarsi e proseguire il suo servizio –. Fammi sapere cosa succede, anche stanotte, va bene?». «Va bene», ha promesso lui. «Ci vediamo domani, a presto, ok?», ha chiosato la generosa Natalie. È dato a sapere che questa giovane americana è madre di tre bambini e spesso porta con sé dei panini da dare ai passeggeri che hanno bisogno di qualcosa da mangiare. Le considerazioni finali, che si leggono sempre sul filmato in questione, da parte dei Natalie, è che «a un certo punto della nostra vita tutti abbiamo bisogno di aiuto. Ho solo fatto il possibile per aiutare Richard in qualche modo. Spesso l’indifferenza è la scelta più comoda, ma se il gesto di una sola persona può fare così tanto, tutti insieme possiamo rendere il mondo un posto migliore». Questa, certamente, non è una delle tantissime vicende metropolitane che si possono riscontrare, ma è indubbio che la solidarietà talvolta va oltre confini, e come sosteneva il medico e filantropo Albert Schweitzer (1875-1965): “L’unica cosa importante quando ce ne andremo, saranno le tracce d’amore che avremo lasciato».
In basso l’immagine reale in un frame di Fanpage.it

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