I giovedì della poesia: ” Era un’estate” di Bruno Guidotti

Bruno Guidotti con questa lirica ci dona l’affresco di un tempo trascorso, melanconico e raro, e lo correda con un delicato disegno a carboncino.

Con i piedi scalzi, lesta scendeva la terrosa china.

Giovane era il suo tempo, ed acerbo il corpo.

Sulla testa in equilibrio una conca portava d’acqua colma.

Sotto il braccio una vistosa fascina d’arbusti

doleva all’esile fianco, ed attorno delle cicale s’udiva il canto.

Così la prima volta la vidi dall’assolato campo,

e dalla sua giovane bellezza fui lesto preso.

Impaziente ed ostinato, ricercai ancor vederla.

Quale ansia, e qual intima lotta, allor mi prese.

Ed allora appostavo felinamente in tale impresa.

Più volte io risalii la china, e più volte ne discesi.

Alla cima del verde colle, recavomi spesso alla fresca fonte,

per ivi sperarla, per poi deluso, sui miei passi fare ritorno.

Inaspettato un giorno poi venne il vento, con lui

portando il freddo inverno, e di quella estate io persi traccia.

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