21 Gen 2021

Premio comunità forestali sostenibili, vince il progetto “si parte dal bosco”

Scritto da: Luca Deias

Il riconoscimento, ideato da Legambiente, PEFC Italia e Sisef, è stato assegnato all'iniziativa di filiera forestale che valorizza il legname da costruzione piemontese, con un'attenzione ai processi di sostenibilità. Ai nostri microfoni è intervenuto Andrea Mondin, uno dei protagonisti del progetto: «Non ci limitiamo all'utilizzo di materiali - ha affermato -, ma osserviamo e tuteliamo il mondo vegetale attraverso la riconoscenza della biologia e della vita del bosco».

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Biella - Salvaguardare il capitale naturale piemontese attraverso una gestione sostenibile che assicuri allo stesso tempo il presidio e la cura del territorio e il rilancio economico e sociale locale: è questo l’obiettivo delle rete di imprese che compone Si parte dal bosco, uno dei progetti innovativi per la filiera forestale realizzati grazie all’Operazione 16.1.1 del Programma di Sviluppo rurale 2014-2020.

La Cooperativa Edilcasa di Biella, la Segheria Valle Sacra e la Cooperativa Valli Unite del Canavese hanno infatti sviluppato un sistema costruttivo a telaio di legno di castagno da impiegare principalmente negli interventi di riqualificazione, ampliamento, sopra-elevazione degli edifici già esistenti, sia in ambito urbano sia in ambito rurale, offrendo un servizio integrale che va dalla progettazione fino alla fornitura e realizzazione dell’opera. Un processo completo, che parte dalla pianta e termina all’interno della casa, lavorando sulla cura e sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale di ogni intervento di recupero. 

Il progetto si è aggiudicato il primo premio del concorso Comunità forestali sostenibili 2020 assegnato da Legambiente, PEFC Italia e Sisef, che queste realtà hanno ideato per per sostenere e rilanciare le buone pratiche di gestione forestale nelle aree interne di tutta Italia.

Le motivazioni del premio sono state rese note in un comunicato, che ha spiegato i motivi che hanno spinto gli organizzatori a scegliere “Si Parte dal bosco”, ovvero «per aver saputo valorizzare, anche grazie al sodalizio con i Consorzi Forestali Locali, risorse importanti per l’economia locale e regionale quali il bosco e la sua biodiversità, dando vita ad un innovativo sistema costruttivo a telaio di legno di castagno e realizzando la prima casa di legno 100% piemontese, utilizzando materiale legnoso disponibile nei boschi della regione, senza l’uso di sostanze chimiche e collanti, e con un pieno riciclo a fine vita dei materiali impiegati”. A candidarsi per il premio sono stati 48 progetti da 10 regioni, in quattro diversi ambiti: gestione forestale sostenibile, filiera forestale, prodotto di origine forestale, comunicazione forestale.

Abbiamo intervistato Andrea Mondin, socio della Cooperativa Edilcasa di Biella che, tra le varie mansioni, si occupa delle attività di innovazione dell’azienda, tra le quali “Si parte dal bosco”. Ai nostri microfoni ha esordito delineando l’identità del progetto: «Uno dei fattori più importanti sta nella ricerca della riconoscenza della biologia e della vita del bosco, non solo come utilizzo dei materiali, ma di osservazione della vita vegetale.

Stiamo percorrendo un cammino che ci permette di calarci in un’attività che si sorregge dal punto di vista economico, ma che sa lavorare a contatto con la biodiversità, perché noi vogliamo concretamente sviluppare attività integrate nel percorso dei beni comuni».

Il gruppo di lavoro, infatti, opera sempre ponendo attenzione alla natura boschiva, sviluppando tecnologie che rispettino l’ecosistema dove si va a intervenire. «Il nostro impiego – ha aggiunto – ci dà l’opportunità di lavorare imparando dal bosco». Un impegno considerevole, anche alle luce del premio Comunità forestali sostenibili 2020: «È un riconoscimento importante per tutte le persone che lavorano al progetto e che dà un valore alle fatiche fatte nella quotidianità, soprattutto in questo momento storico».

Un processo etico che si è articolato facendo squadra con altre realtà: «Collaboriamo da anni con aziende del territorio, facendo uso di legno locale per lo sviluppo del progetto. Avevamo bisogno, infatti, di strutturare attività molto chiare rispetto ai consorzi forestali e comprendere quali attività e quali segherie erano ancora aperte nella nostra zona.

L’obiettivo, in quest’ottica, è stato fin da subito ingegnerizzare gli elementi che le segherie potevano proporre, lavorando con i consorzi forestali del territorio perché li riconosciamo come gestori di un bene comune».

Il progetto, come sottolineato da Mondin, ha inoltre saputo unire coltura e cultura: «Abbiamo cercato di dare centralità a una progettazione che fondesse conoscenza scientifica con le pratiche e la “conoscenza del fare”. Un altro aspetto importante è stato costruire un’economia di relazione con più mondi possibili: ad esempio abbiamo sempre avuto il supporto della Scuola di Economia Civile di Loppiano, perché cerchiamo di importare ed emulare le loro best practices».

 Come si può evincere dalle parole di Mondin, una delle parole chiave del progetto è “sostenibilità”: «Il depauperamento delle risorse del legno è un aspetto che a noi non piace, perché le piante sono esseri fondamentali per la sopravvivenza della nostra specie e la mancanza di tutela dei boschi crea un impatto ambientale devastante. L’ambiente boschivo è essenziale anche per la funzionalità umana dell’abitare il mondo».

Nel nostro dialogo, più Mondin si addentra nelle peculiarità del progetto, più ci offre una descrizione immersiva dell’anima del bosco, che mette in luce quanta importanza ricopra per il nostro interlocutore questo macro-cosmo verde. 

«I boschi sono opere che mutano ogni giorno, in equilibrio tra terra e cielo, si deformano guardando il sole. Le piante si muovono in maniera intelligente, non bisogna quindi considerare l’attività del nostro settore solo come forestale valutando unicamente a come prelevare la legna del bosco, ma bisogna porre attenzione a tutto il mondo agricolo che interagisce col bosco».

A questo proposito, il lavoro della sua realtà consiste in numerose mansioni del settore: la gestione forestale, attività che riguardano l’utilizzo della paleria di legno, interventi di ingegneria naturalistica e gestione del verde, arredi per esterni e semplici e progettazione architettonica con cantierizzazione delle attività edili, interventi – con le segherie – legati alla carpenteria per riqualificazione degli edifici. Su quest’ultimo punto «è bene sottolineare – ha concluso – che costruiamo poco di nuovo, puntiamo più alla rigenerazione. La vera casa ecologica è una recuperata, non nuova».

Articolo tratto da: Journal Cittadellarte

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