LETTERA APERTA AL NEO MINISTRO DELLA P.A. RENATO BRUNETTA

Un invito a rivedere le procedure amministrative (e non solo) la cui semplificazione potrebbe migliorare il rapporto tra i dipendenti pubblici e i cittadini-contribuenti basato sulla reciproca onestà e trasparenza. Nessuno  della P.A. è “servitore” dello Stato ma referente per i Cittadini

Egregio Signor Ministro, ho sempre sostenuto che i dipendenti della Pubblica Amministrazione (P.A.) di tutti i comparti (in particolare quello amministrativo) sono dei burocrati, come del resto per antonomasia lo è anche il politico attivo di riferimento. Quindi Lei, che rappresenta tutti i dipendenti, per certi versi è una figura carismatica ma al tempo stesso non priva di quella “impronta” rappresentativa burocratica istituzionale dalla quale ci si vorrebbe distanziare… La Sua ricca esperienza ai tempi del Governo Berlusconi con molti proclami e pochi risultati, suscitando un certo clamore soprattutto per la riforma che mirava a “premiare i lavoratori meritevoli e punire i fannulloni” (includendo il licenziamento), non ha certo fatto onore né a Lei stesso e né agli italiani… anche se di primo acchito il provvedimento poteva avere un senso razionale,  davvero imponente! Ora, che l’incaricato Governo Draghi Le ha affidato il Dicastero della P.A., costituisce per Lei un ritorno sui Suoi passi con una certa palese soddisfazione come dimostrerebbe il fatto di aver accettato tale incarico. Occupandomi (non-profit) da anni di problematiche sociali che inevitabilmente hanno a che fare con la burocrazia quotidiana (argomento che bene sarebbe suggerire al neo ministro dell’Istruzione per poterlo inserire, ad esempio, nel programma scolastico dell’ultimo anno delle Superiori), immagino che il Suo compito sarà oltremodo oneroso in particolare per il periodo di congiuntura che stiamo tutti vivendo. Certo non è da invidiarLa ma nello stesso tempo vorrei richiamare la Sua attenzione sulla consistente esigenza di snellire il più possibile ogni azione amministrativa che, inevitabilmente, si esplica con azioni burocratiche al limite della liceità e della sopportazione… Poiché alcuni passi sono stati anzitempo da Lei intrapresi soprattutto  “solo” nell’intento, non è mai troppo tardi agire con ulteriore pragmatismo sia per semplificare (non è un eufemismo) la vita agli italiani, sia per dare al Suo Dicastero una impronta più civile, moderna e al passo coi tempi. Per quanto riguarda il dovere dei dipendenti della P.A. ogni “strigliatina” potrebbe essere utile, sia per eventuali loro ingiustificate assenze dal posto di lavoro sia per il non attenersi a procedure amministrative più semplificate, attuando “intelligenti” innovazioni come, ad esempio, per la stesura delle infinite modulistiche che spesso sono impostate con caratteri microscopici e con pochissimo spazio per la compilazione da parte del cittadino-contribuente che, in non poche occasioni, necessita di essere ricevuto “de visu” dal referente di turno e non essere “liquidato” con una laconica e-mail o peggio ancora con una sbrigativa telefonata. E a proposito della identificazione bene sarebbe, a mio avviso, usare sempre i termini Cittadino-Contribuente in quanto e comunque sempre Persona, come del resto anche Lei si ritiene tale (sic!). Infine, mi permetto di rammentare che quando ci si vanta di essere Cittadini europei, tra questi in Belgio si applica ancora il principio della buona fede quando si deve fare un qualsivoglia atto pubblico, mentre da noi è completamente in disuso in quanto “rafforzato” dal proverbiale concetto giuridico “ignorantia legis non excusat”… ed altro ancora. E per finire, rammento che l’Estonia (anche se non dell’Unione, ma pur sempre all’interno del Continente) è tra i pochissimi Paesi aburocratici dove, tra gli esempi della semplificazione per pagare le tasse è sufficiente firmare un unico documento riassuntivo in versione digitale sul proprio PC; inoltre, con la carta elettronica (Carta di Identità) introdotta nel 2002, nella quale è impresso il microchip (e non un codice a barre come le nostre) in cui sono inseriti i dati personali, si possono fare quasi tutte le operazioni quotidiane online, e questo vale anche per la Sanità. Sempre in questo Paese (dove risiedono circa 300 mila immigrati, anche italiani) il 96% della popolazione dichiara le tasse online compilando tre paginette, assemblate in automatico dal software; il 95% di questi contribuenti non cambia una virgola, con procedura che dura pochi minuti. Con la quasi totale digitalizzazione lo Stato risparmia il 2% del PIL rispetto a prima, denaro con il quale si paga l’adesione alla Nato. Insomma, una pietra miliare del sistema il cui codice tra 11 cifre e lettere, è il passpartout della P.A. dove peraltro non esistono i sindacati. Il capo di Stato estone, Kersti Laljulaid, ha ricordato che la burocrazia non è un destino ma l’accumulo di scelte sbagliate. È pur vero che l’Estonia è un Paese dalle modeste dimensioni (4 milioni di abitanti) e con più illuminate basi culturali (pragmatismo ed efficienza), ma prendendone esempio sia pur rispettando il concetto di proporzione, e applicando determinate azioni di intervento nei confronti del dipendente e/o del cittadino in malafede, si potrebbe ipotizzare un inizio di innovazione e modernità ma anche più rispetto per il cittadino-contribuente italiano che da lungo tempo è suddito del perverso sistema burocratico. Ultima osservazione. L’esperienza, a mio avviso, ha sempre dimostrato che mai procedono le cose (soprattutto razionalmente) che dipendono da molti, anche perché tra questi ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno. Ivi compresi, per l’appunto, taluni burocrati della P.A. italiana. Ed è quindi auspicabile che il Suo “ritorno” nella P.A. sia foriero di una risalita sull’irto colle della giustizia amministrativa, in caso contrario pensi se tutti i milioni di cittadini-contribuenti si dovessero rivolgere a Lei con una raccomandata (A.R.), e non con sterili manifestazioni di piazza che ben poco servono, e spesso altrettanto poco esprimono!

Buon lavoro e cordiali saluti.

Ernesto Bodini (giornalista scientifico – biografo e opinionista) Torino

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