I Giovedì della Poesia: “Megacivita” di Maria Nivea Zagarella

Immondizia a Napoli

Megacivita 

Nun sacciu cchiù lu verbu di la terra

ca mi fu matri -diciunu-

ca matri è di li figghi mei.

Semu fatti ‘stranii…

Frummiculi riddiculi ’n frastorni

semu nu ventri ca macìna e coci.

                                        Terra , cu t’ha sbinnutu,

                                        terra, cu t’ha trarutu,

                                        terra mia attussicata!

Supra lu mari chianci u suli focu,

dintra li frunni sfounu l’aceddi.

                                          Lima di marranzanu sdisulatu

                                          nivica u piru,

                                          ora ca ciata u ventu,

                                          lacrimi nguttu.

Sti palazzi ‘nchiuvati d’alluminiu,

ammuquittati, spicchialusi nchiusi,

su’ latteri di surci.

Nn’accupa la munnizza e lu scifìu.

                                              Assuntumati sciatanu l’aceddi.

Sta terra ammudirnata

sapi a morti:

è figghia a nuddu,

‘n chianu di rapina! 

MEGACIVITA- Non so più le parole della terra/che mi fu madre -dicono-/ che madre è dei figli miei.// Siamo resi estranei…/ Formiche ridicole e frastornate/ siamo un ventre che macina e cuoce.// Terra, chi ti ha svenduto,/ terra, chi ti ha tradito,/ terra mia assassinata!// Sopra il mare piange il sole fuoco,/ dentro le fronde sfogano gli uccelli.// Lima di marranzano desolato/ nevica il pero, / ora che fiata il vento,/ lacrime contrariato.// Questi palazzi inchiodati di alluminio,/ ammoquettati, rilucenti e chiusi/, sono trappole per sorci./ Ci soffoca lo spreco e l’immondizia.// Impietrati perdono voce gli uccelli.// Questa terra ammodernata/ conosce solo la morte: / è figlia a nessuno,/ piazza aperta a ogni rapina!

da Scacciapinzeri, 1999

Note biografiche

M.Nivea Zagarella

Maria Nivea Zagarella  nata a Francofonte (SR) nel 1946, laureata in lettere classiche all’Università La Sapienzadi Roma, è stata ordinaria di italiano e latino al Liceo classico Gorgia di Lentini (SR), dove ha insegnato dal 1969 al 2004. Ha pubblicato in lingua: Assiomi 81 (poesie,1981); Sequenza (dramma sacro,1988); Variazioni (poesie,1989); La farfalla e il mare (poesie,1992); Jacopo notaro e il laicismo fridericiano (saggio,1994); La lanterna magica (racconti, 2007); Oltre l’isola (saggi, 2007); Dove volano i gabbiani (poesie, 2010); Sussurri (fuori giro) del tramonto (poesie, 2013); Elzeviri (articoli, 2014); Tra rigore e passione – Interventi di critica militante (elzeviri, 2018); Eredità (poesie, 2019); Il tesoro di Rosanna e Francesco (racconto illustrato per ragazzi, 2019).

In dialetto siciliano: Mbò Larimbò (La Sagra dei misteri, sacra rappresentazione bilingue e Lumiricchi, poesie,1996); Scacciapinzeri (poesie, 1999); Memoria e Strammarii (poesie, 2005); U rologgiu re nichi (poesie, 2010); Forajocu a la cuddata (poesie, 2013); La puisia di Maria Nivea Zagarella/The Poetry of Maria Nivea Zagarella (A trilingual anthology, Sicilian/Italian/English), New York, 2017; Scacciapinzeri (traduzione in spagnolo, Universitad Nacional de Rosario, Argentina, 2018); Ncuntràiu lu mari (poesie, 2019)

I numerosi articoli e saggi critici scritti dal 2002 al 2021 editi in volume o sparsi su vari periodici, anche online, riguardano autori stranieri, italiani e siciliani in lingua e in dialetto.  Dal 2006 collabora con la pagina culturale del quotidiano La Sicilia di Catania. Il dramma sacro Sequenza è stato rappresentato in scuole e circoli culturali e radiodiffuso da RaiDue.

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