Femminicidi: Analizziamo bene questi Fenomeni Sociali

Una più attenta valutazione di ciò che avviene ogni giorno non solo è indice di riflessione, ma necessita una più incisiva presa di posizione poiché la repressione dei reati non è purtroppo sufficiente. E se la società persevera nell’ingiustizia vi è ragione di pretendere che chi deve farla rispettare non pecchi di eccessiva discrezionalità

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Si uccide, si uccide e si uccide ancora. Si continua a far del male al nostro prossimo, nel nostro Paese come in tutti nel resto del mondo (rarissimi gli esclusi). Eppure, nonostante gli sforzi, nulla si muove… All’occorrenza si citano leggi, provvedimenti e restrizioni varie nei confronti degli autori, come pure si attivano movimenti popolari dando seguito a diverse iniziative di sensibilizzazione. Ma tutto questo basta? Io credo di no, del resto non si spiegherebbe la continua escalation di reati vari e di delitti, anche i più efferati e per giunta senza alcun pentimento o pseudo tale da parte degli autori. Magistratura e Procure sono sempre in allerta, pronte nel far applicare il Codice Penale e il Codice di Procedura Penale ma, visto l’andazzo praticamente quotidiano, leggi e leggine non bastano perché, a mio avviso, processi e condanne non sono più nemmeno un deterrente:  come da sempre sostengo, nel nostro Paese (tanto per restare in casa nostra, che ne abbiano da vendere e da prendere) non vi è quasi mai la certezza della pena, tant’è che per effetto dei tre gradi di giudizio, delle arringhe dei difensori e della discrezionalità di taluni magistrati, del sovraffollamento delle carceri (e relativi scandali all’interno di alcuni di essi), parte dei responsabili dei reati fruiscono a vario titolo dei cosiddetti sconti di pena, ancor più quando subentra il cosiddetto “svuotamento carceri”, amnistia, indulto, etc. Per affermare tutto questo non è certo il caso di essere avvocati o magistrati tant’è che le cifre che, corrispondono ai fatti, sono la costante prova provata di quello che la collettività sta subendo. Uno stillicidio a dir poco esasperante, che nessuna forza politica per quanto impegnata con proposte di soluzione, è finora riuscita ad imporsi ed è così che, di questo passo, tutti noi potenzialmente siamo a rischio quotidiano per la nostra incolumità, alla faccia della democrazia e della Costituzione… che si continua a definire entrambe garantiste. Però, in tutti questi anni qualcuno ha ben speso parte del suo tempo ad elargire encomi a destra e a manca, certo a persone meritevoli per le loro buone azioni ed esempi di solidarietà e civile convivenza; ma ciò non è mai stato recepito da quelle menti contorte votate al delirio tanto da commettere reati d’ogni sorta ed efferatezza. Poi c’è chi sostiene che tali crimini siano oggetto di “raputs omicida”, niente di più inesatto perché tale termine non esiste soprattutto dal punto di vista psico-patologico. «Spesso – ha dichiarato nel 2016 in una intervista al sito Ofcs-Report, lo psichiatra e neuroscienziato prof. Claudio Mencacci –ne viene fatto un ricorso del tutto inappropriato. E cosa ancora più grave è che spesso se ne fa un uso giustificazionista e assolvente. Normalmente c’è una lunga preparazione e un’attitudine alla violenza e all’aggressività, che trova un momento culminante già precedentemente manifestato». In questo momento particolare, che si protrae ormai da troppo tempo, c’è molta attenzione soprattutto per i cosiddetti femminicidi, visto anche il numero degli stessi che vengono compiuti; ma anche in questo caso va precisato che il termine femminicidio sarebbe da rivedere dal punto di vista della definizione, in quanto quella più comune e ricorrente indica l’omicidio della donna perché donna, e nell’ordinamento penale italiano sono comparse (con il decreto legge n. 93 del 14/8/2013) le Nuove norme per il contrasto della violenza di genere per prevenire il femminicidio e proteggere le vittime, «ma più appropriatamente anziché di femminicidio – secondo il prof. Mencacci – si deve parlare di omicidio di genere e si deve tornare a parlare di sopraffazione, prepotenza e violenza».

Forse le persone legate alle vittime darebbero poco conto a queste appropriate descrizioni, che definirebbero sottigliezze o ininfluenti, ma a parer mio le “errate” definizioni, come in questi casi, vengono meglio assorbite nell’immaginario collettivo, dando una valenza per certi versi più “confortante”, ossia come se un aggettivo tal tono più incisivo (e meno letterario ed accademico dal punto di vista giurisprudenziale) lenisse in qualche modo la pena di chi ha perduto una persona cara per mano di un omicida. È pur vero che la semantica non cambia i termini delle situazioni pregresse, in corso e future, ma è altrettanto vero che un uso più appropriato in Sede di giudizio potrebbe assumere quella necessaria “valenza” tale da far “rivalutare” il giudizio della personalità del soggetto in esame… A questo punto non vado oltre per non sconfinare in un campo che non mi appartiene, ma ho creduto opportuno contribuire con la mia opinione, sorretta dalla immedesimazione di questi fenomeni sociali; oltre all’illusione di allargare la visione del problema affinché chi di dovere intervenga con azioni di concreta prevenzione e non solo di repressione, ma anche di rendere più “inappellabili” certe sentenze che, alla luce della triste quotidianità, in non pochi casi è come se le porte del carcere fossero dotate di serrature con una e non tre mandate! Come più volte ho scritto personalmente sono un garantista per eccellenza… fino a prova contraria, ma nello stesso tempo (mi si perdoni la presunzione) sono un attento osservatore e divulgatore da molti anni dei più importanti fenomeni sociali che mi circondano, e quindi io stesso vittima di disturbo… Un’ultima osservazione: recentemente, in merito ai femminicidi, come dir si voglia, il presidente della Repubblica ha affermato: «Fallimento di tutta la società», il pontefice sul suo tweet: «Vigliaccheria e degrado per  l’umanità». Due affermazioni indubbiamente forti, ma non abbastanza perché sono espressione di una realtà scontata (quindi retoriche). Dunque, di rimando, c’éè da aggiungere che poiché la Giustizia è espressione pratica degli uomini preposti, si dia loro più potere… ma quello vero e più risolutivo una volta per tutte, e nel contempo facendo attenzione a non “incrementare” la già ricca popolazione dei detenuti innocenti (sic!).

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