Canale Monterano e la scintilla dell’anima del mondo. Il Premio della Città d’Arte 2022 è conferito all’artista Cesar Ceballos.

Cesar Ceballos, Cielo blu sopra Tombe Etrusche

Il Comune di Canale Monterano in collaborazione con l’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea conferisce il Premio della Città d’Arte Canale Monterano di Roma all’artista americano Cesar Ceballos, che offre in lascito una sua opera per esposizione permanente nella galleria comunale in Piazza Tübingen, con inaugurazione il 29 ottobre 2022 alle ore 18.30.

La cerimonia conferisce per mano del Sindaco la medaglia del Leone Aureo, che porta in effigie il leone berniniano della Fontana di Palazzo Altieri dell’antica Monterano, simbolo della città, disegnata dal direttore artistico Antonino Bumbica e realizzata con fusione artigianale del laboratorio orafo Rocchi di Via Margutta 51 in Roma. L’artista è insignito inoltre del Diploma del Comune e dell’Accademia, in Convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, accreditata dalla Regione Lazio, iscritta all’albo di Roma Capitale e della Critica in semiotica estetica della presidente dell’Accademia, prof.ssa Fulvia Minetti, esposta in connubio all’opera dell’artista, “Cielo blu sopra Tombe Etrusche”, che omaggia le bellezze storiche e artistiche dell’urbe antica.

La Galleria Accademica d’Arte Contemporanea della Città d’Arte Canale Monterano di Roma in Corso della Repubblica n.50 invita alla mostra personale dell’artista, “Canale Monterano e la scintilla dell’anima del mondo”, tutta dedicata alle risorse naturali e culturali della città: la Chiesa e il Convento di San Bonaventura, la piazza del Comune con la Fontana del Bernini, la Chiesa di Santa Maria Assunta, l’Eremo di Montevirginio, il tramonto sui Monti della Tolfa, la Cascata della Diosilla, la gola del Mignone, la Greppa dei Falchi, la Solfatara, Porta Cretella, le Terme di Stigliano, la rievocazione storica medievale con la Corsa del Bigonzo, il Teatro Fiorani. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 12 novembre 2022 ore 10,30-12,30 con ingresso gratuito.

L’architetto e artista Cesar Ceballos è nato nel 1966 e vive a Las Vegas, opera nella progettazione e nell’amministrazione della costruzione di strutture pubbliche della contea di Clark, in Nevada. L’esperienza artistica di Cesar Ceballos è radicata nella sua esperienza di architetto, di artista di schizzi di viaggi per il mondo e nella pittura ad acquerello. La sua espressione artistica è intimamente connessa alla verità e al valore sacrale della natura. L’opera mesce, in sorprendente equilibrio armonico, la libera materia cromatica dell’elemento naturale alla geometria lineare della forma, come l’inconscio alla coscienza. Ispirato dai suoi viaggi, le sue opere pittoriche scuotono l’immaginazione e sono state esposte da Cape Cod a Las Vegas e periodicamente alla City Lights Art Gallery di Henderson, in Nevada, e alla Mayor’s Gallery di Las Vegas e selezionate per mostre e pubblicazioni a Londra, a Milano e nella Galleria Accademica d’Arte Contemporanea presso la città d’arte Canale Monterano di Roma. Con un Master in Architettura presso la New School of Architecture & Design e un master in Facility Planning and Management presso la De Paul University, Ceballos offre il suo servizio pubblico con soluzioni di design. È stato insignito del Primo Premio, Trofeo aureo Apollo dionisiaco 2021 dall’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea di Roma con mostra presso il Castello della Castelluccia, del riconoscimento formale della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti per la mostra d’arte del patrimonio culturale 2020 e premiato ad un concorso internazionale di design per l’edilizia sostenibile. Attualmente è direttore del consiglio di amministrazione dell’AIA Las Vegas Chapter e ha prestato servizio presso il Consiglio nazionale dell’AIA per l’equità, la diversità e l’inclusione.

“L’abbraccio luminoso degli acquerelli ardenti del Ceballos è un iter profondo di sintesi elementare degli opposti di acqua e di fuoco, di femminile e di maschile, vita diretta e vita riflessa, eros e filosofia, d’inconscio e di coscienza.”

Il medium pittorico dell’artista è il sale, luogo alchemico dell’albedo, la scintilla dell’anima del mondo, il richiamo che pone la molteplicità nell’unità, simbolo della dimensione paradossale del divino e corpo dell’uomo. L’acqua mercuriale è talamo che solve in copula mundi, all’infinità grembale di ogni cosa del mondo, l’aura tinta di zolfo, sole del mondo e cuore dell’uomo, è la volontà che accende e coagula, il sale fissa la reminiscenza paradigmatica di una verità fatta propria, assorbe a nuova coscienza la vastità dell’abisso inconscio nell’equilibrio della composizione armonica e simultanea delle parti nel cammino individuativo d’integrazione al Sé.

In “Cielo blu sopra tombe etrusche” l’artista compie un viaggio interiore che parte dall’Opera in nero, dalla nigredo di morte per descensus ad inferos negli ipogei etruschi: è il solvimento melanconico, l’abbandono all’inconscio, che reintegra al grembo della terra, all’indifferenziazione. L’artista fa esperienza della propria Ombra per atto finale di recupero del rimosso, che solo si rende possibile nella morte dell’identità cosciente, per apertura all’anonimia plurale, ctonia e istintuale, oltre il principio individuationis.

Solo così al Ceballos è permesso di dischiudere la terza e centrale porta tombale, in qualità di occhio interiore, nell’estasi dell’abbraccio consustanziale alla natura, alla Dea Madre che gesta l’illuminazione all’athanor delle tufacee cavità rocciose, che dona il superamento della cognizione logica e razionale e dei confini fisici connessi al dualismo e al conflitto, per partecipare intuitivamente e unitariamente alla totalità.

Nel transfert di un’identificazione proiettiva all’ambiente, questo stesso viene sottilmente irrorato da un sistema sanguigno, per un controtransfert che simmetricamente lega il microcosmo al macrocosmo, all’ Unus Mundus, ove il sangue è sacrificio segnico di morte e l’acqua corrente del Mignone è la vita risorgente alla fonte sempiterna dello Spirito, alla purificazione della corruzione materiale in una mistica comunione di superamento e trascendimento immanente alla deità.

È quindi un atto di trasmutazione alchemica a liberare l’eterea quintessenza filosofale al cielo blu, a cogliere l’impossibile fiore blu novalisiano, poetico infinito della vita, che staglia figure bianche e adamantine, intatte oltre la materia, quali manifestazioni del divino, sacra sizigia della coincidenza di opposti, segreta e rivelata allo spazio residuale e inesauribile di senso fra le cose, che tutte le contiene e relaziona, ineffabilmente.

L’artista invita all’incanto di una saggia e fanciulla meraviglia prima e rinascente, oltre la cecità mendace dell’apparenza e dell’abitudine, all’arresto della dialettica lineare del pensiero, in un tempo circolare, alla pienezza della vacuità, alla somma dei colori in movimento, per arresto del dolente rimando segnico in una referenzialità semantica non più analogica, ma diretta e identitaria, che sospinge la finitudine dell’uomo all’oggetto di vita eterna.” (Critico d’arte, prof.ssa Fulvia Minetti)

Video mostra: https://youtu.be/o4f8J_8g-yg

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