I Giovedì della Poesia: “D’alto del colle” di Bruno Guidotti

Disegno di Bruno Guidotti

Dall’alto del colle

Quello scorcio di cielo, che le alte chiome

dei pini celavano gran parte allo sguardo,

facendone intravedere soltanto piccoli spicchi

qua e là luminosi e fugaci, di quegli eremi

sguardi, ho ancora vivo il ricordo.

Il silenzio mi era d’attorno, solo il frusciare

sommesso di giovani foglie, dava vita

all’eterno pulsare del tempo.

Tutto era immobile; magico; esclusivo;

là soltanto l’animo sopito pulsava di nuove

emozioni, altrove mai note, e tornavano

le ombre e le voci da spazzi lontani e sperduti.

Allora, il ricordo involava sospinto dai soffi del vento,

e sfiorava l’andare lento del fiume, attraversava

le arcate dei ponti, delle case sfidava le altezze

più ardite, e le strade, ed i campi, fino a ritrovarsi

adagiato sull’erba di un colle, con la schiena appoggiata

ai profumi di un pino, e di là guardare Roma lontana

muoversi lenta, silenziosa, eterea.

Poi dal nulla, si materializzava quell’ombra,

e la mano ne accarezzava la gota infuocata,

e lo sguardo negli occhi di lei, ove smarriva confuso,

mentre il tempo correva impietoso, e giunse la sera.

Quello scorcio di cielo, che gli alti pini celavano.

Bruno Guidotti è un poliedrico autore che rappresenta sempre la vita ed i problemi che questa presenta. Autore di poesie di notevole spessore relative alle varie esperienze umane:  le fatiche, le speranze, i rimpianti, le frustrazioni, le scene di vita. Opere sempre velate di malinconica dolcezza, si fissano all’animo sensibile in maniera indelebile. In relazione ai suoi disegni e ai suoi dipinti, si evidenzia la vibrosità che conferisce dinamismo e notevole movimento alla composizione. Guidotti rifiuta qualsiasi collocamento ad eventuali movimenti stilistici. Alle sue opere dobbiamo avvicinarci liberi da ogni schema mentale, per poterle apprezzare.

4 thoughts on “I Giovedì della Poesia: “D’alto del colle” di Bruno Guidotti

  1. Questa poesia che ricorda nella prima parte “L’infinito” di Leopardi conferma lo stile bucolico del poeta, che vuole soffermarsi dal secondo periodo su uno dei temi a lui cari: il ricordo.
    La malinconica poetica si sposa nell’ultimo periodo, infine, con un nuovo elemento, che si presenta sotto vesti ed attributi femminili: la speranza, che si veste di un velo etereo di positività ed accompagna lo stanco scrittore alla notte.
    Bellissima

  2. Un panorama visto dall’alto di un colle un incanto quasi magico il frusciante delle foglie e alti pini che fanno intravedere una roma bella che si muove lentamente
    Un quadro bellissimo in versi di poesia sempre il mio elogio a bruno

  3. Descrizione bellissima da parte del nostro amato Bruno Guidotti paesaggi ed eremi immersi nel silenzio piu’ assoluto che veniva rotto solo dal frusciare delle foglie.Il poeta va con la mente indietro nel tempo e rivede scenari di una Roma lontana forse oggi spariti.Non posso esimermi dal fare i complimenti al nostro Bruno Guidotti che in modo corretto ci descrive panorami e sentimenti di altri tempi.

  4. Questa bella e particolare poesia del bravo poeta , Bruno , ci porta indietro nel tempo , quando anche le cose più semplici e abituali , potevano sembrare agli occhi di chi si trovava ad ammirare , sbalorditive , oltre che strabilianti . Belli comunque , quei tempi che furono .

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